© 2014 Dr. Luca Mergati - Dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Specialista in Ortognatodonzia
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La prima visita:
Argomento molto spinoso…
Da noi la prima visita si paga.
Questo perché la prima visita (che dura anche più di mezz’ora) serve a dare un quadro diagnostico-terapeutico: si compila una scheda di anamnesi di due pagine, si fa una visita, se necessario si eseguono radiografie endorali, si parla con il paziente e gli si chiede cosa lo abbia portato (o costretto!) a venire a richiedere il nostro consulto, quali sono le sue aspettative e le sue richieste, cosa eventualmente gli piace o vorrebbe correggere nella sua bocca.
Una volta valutate le richieste ed evidenziati i problemi e le patologie eventualmente presenti, siamo in grado allora di redigere un piano di trattamento e solo allora valutarne i costi.
Spesso, in casi di una certa complessità, non siamo in grado di stendere subito il piano di trattamento (ad esempio quando vi è coinvolta l’ortodonzia, nei pazienti con problemi parodontali, quando necessitiamo della collaborazione di altri specialisti quale il chirurgo orale, il chirurgo maxillo facciale, lo gnatologo) per cui il lavoro si protrae anche dopo che il paziente finisce di fare la visita ed Il nostro tempo, come quello di tutti, rappresenta un costo, e quindi va in qualche modo corrisposto.
La liberalizzazione delle tariffe non comporta l’eliminazione del diritto al compenso perché nessuno di noi (anche Tu che ci stai leggendo fin qui) ritiene ingiusto essere pagati per il proprio lavoro.
La fiducia nel lavoro di qualcuno implica il rispetto e il rispetto comporta il sentirsi debitori nei confronti di chi ha impiegato tempo, competenza, studio, preparazione e aggiornamento professionale, personale ausiliario e struttura (che comprende anche i processi di sterilizzazione, la radioprotezione, lo smaltimento rifiuti speciali, le attrezzature e ancora tanto altro) per visitarci e rispondere alle nostre domande.
La fiducia senza rispetto non vale nulla e quindi non si paga.
Argomento molto spinoso…
Da noi la prima visita si paga.
Questo perché la prima visita (che dura anche più di mezz’ora) serve a dare un quadro diagnostico-terapeutico: si compila una scheda di anamnesi di due pagine, si fa una visita, se necessario si eseguono radiografie endorali, si parla con il paziente e gli si chiede cosa lo abbia portato (o costretto!) a venire a richiedere il nostro consulto, quali sono le sue aspettative e le sue richieste, cosa eventualmente gli piace o vorrebbe correggere nella sua bocca.
Una volta valutate le richieste ed evidenziati i problemi e le patologie eventualmente presenti, siamo in grado allora di redigere un piano di trattamento e solo allora valutarne i costi.
Spesso, in casi di una certa complessità, non siamo in grado di stendere subito il piano di trattamento (ad esempio quando vi è coinvolta l’ortodonzia, nei pazienti con problemi parodontali, quando necessitiamo della collaborazione di altri specialisti quale il chirurgo orale, il chirurgo maxillo facciale, lo gnatologo) per cui il lavoro si protrae anche dopo che il paziente finisce di fare la visita ed Il nostro tempo, come quello di tutti, rappresenta un costo, e quindi va in qualche modo corrisposto.
La liberalizzazione delle tariffe non comporta l’eliminazione del diritto al compenso perché nessuno di noi (anche Tu che ci stai leggendo fin qui) ritiene ingiusto essere pagati per il proprio lavoro.
La fiducia nel lavoro di qualcuno implica il rispetto e il rispetto comporta il sentirsi debitori nei confronti di chi ha impiegato tempo, competenza, studio, preparazione e aggiornamento professionale, personale ausiliario e struttura (che comprende anche i processi di sterilizzazione, la radioprotezione, lo smaltimento rifiuti speciali, le attrezzature e ancora tanto altro) per visitarci e rispondere alle nostre domande.
La fiducia senza rispetto non vale nulla e quindi non si paga.